Ciao a tutti,
mi chiamo Alessia, ho 28 anni e da quasi tre anni vivo a Northampton, una città che si trova a circa un’ora di macchina da Londra. E’ proprio in quest’area che lavoro come architetto per una compagnia che si chiama CMI Architecture, abbastanza affermata nell’ambito delle costruzioni.
Io mi occupo di progetti edilizi dal design alla messa in cantiere, dalle scartoffie burocratiche per ottenere permessi ai dettagli tecnici. Sono abbastanza soddisfatta del percorso intrapreso finora e anche se il più delle volte sento una grande nostalgia del mio Paese, la professione che svolgo mi dà la giusta forza per affrontare le sfide di ogni giorno. E credetemi, affrontare le difficoltà quotidiane in una lingua che non è quella nativa, sicuramente non è tra le cose più facili da fare. Ma se siete curiosi, leggete un pò come sono arrivata fin qui.
Trasferimento in UK
Mi sono trasferita in Inghilterra nell’Agosto del 2015 perché volevo seguire quello che all’epoca era il mio ragazzo, il quale si era trasferito a Northampton dopo aver tentato invano di trovare lavoro come infermiere in Italia. Io mi ero laureata da poco in Ingegneria Edile-Architettura all’Università di Cosenza e dopo tre mesi di curriculum inviati senza dignitose risposte o offerte lavorative, ho deciso di fare quest’esperienza avendo comunque un appoggio a Northampton.
Prima di partire inviai una serie di email a tutti gli studi della città chiedendo di poter fare un tirocinio non retribuito per i primi mesi, poiché ero consapevole del mio insufficiente livello di inglese, perlomeno nell’ambito professionale. Un solo studio mi rispose offrendomi la possibilità di fare uno stage con rimborso spese (praticamente mi pagavano l’abbonamento del pullman) che sarebbe potuto diventare un lavoro a tempo indeterminato qualora fossi stata ritenuta valida. Il periodo del tirocinio non fu semplice perché mi resi conto che il mio livello d’inglese era persino più basso di quanto avevo immaginato, molto spesso non capivo cosa mi dicessero i miei colleghi e più di una volta mi sono sentita “stupida” se non del tutto incompetente. Ma giorno dopo giorno grazie all’aiuto dei miei colleghi e soprattutto di tutti gli altri ragazzi italiani che ho conosciuto qui, ho acquisito fiducia in me stessa e nella mia voglia di imparare.
Il mio primo lavoro da assistente architetto
Siccome nella vita ogni cosa succede per un motivo, seppur la compagnia per la quale feci il tirocinio avrebbe voluto offrimi una posizione definitiva, dopo qualche mesi fallì e io mi ritrovai a dover cercar lavoro. Il capo mi scrisse una gran bella lettera di referenza, la quale mi aiutò a trovare un lavoro qualche mese dopo come RIBA Part II Architectural Assistant per la compagnia Morton Wykes Kramer Architects (MWK).
Nel frattempo ho lavorato come cameriera poiché non volevo più pesare sulle spalle dei miei genitori, né tanto meno potevo continuare a vivere a “scrocco” a casa dei miei amici che mi avevano ospitato. Molti pensano che fare quel tipo di lavoro sia una perdita di tempo, ma io posso dire che quell’esperienza mi ha aiutato tantissimo a migliorare la lingua parlata, costringendomi a conversare con i clienti, cosa che invece non facevo nel lavoro d’ufficio.
Abilitazione all’Università di Bristol
Quando lavoravo per MWK, il direttore mi offrì la possibilità di iscrivermi all’Università di Bristol per acquisire l’abilitazione alla professione di architetto a spese dello studio, in quanto voleva che salissi di ruolo. Ho frequentato il PGC in Architecture alla UWE di Bristol mentre continuavo a lavorare e dopo un anno ho sostenuto e superato l’esame finale di abilitazione. Da febbraio 2018 sono ufficialmente iscritta all’ albo inglese come Architetto. Qualche mese prima avevo deciso di provare a fare il colloquio per l’attuale compagnia in cui lavoro riuscendo ad avere il posto.
Il ruolo di un architetto donna
Come spesso si sente dire, noi donne dobbiamo dimostrare di valere almeno il doppio degli uomini per essere apprezzate in questo ambito lavorativo. Io sono l’unica donna in un team di 10 architetti e molto spesso agli occhi di costruttori e operai rischio di sembrare quasi fuori luogo. Per questo devo mettere le cose in chiaro fin da subito e dimostrare quanto valgo. Per il resto dai miei colleghi mi sento considerata alla pari e non posso fare paragoni con la situazione in Italia non avendoci mai lavorato.
Di sicuro posso dire che in Inghilterra viene dato molto spazio ai giovani, i quali pur non avendo grande esperienza vengono gettati subito nel mondo del lavoro con grandi responsabilità, come è successo nel mio caso. Gli inglesi credono fortemente che sbagliare sia il modo migliore per imparare e dando la possibilità a noi giovani di partecipare attivamente e non come meri osservatori, ci rendono autonomi fin da subito.
La mia Calabria
“Da quando vivo in Inghilterra, sono diventato ancora più italiano”.
Questa è una frase detta da un connazionale e che mi ha colpito tantissimo perché riflette anche il mio stato d’animo.
A me piacerebbe tantissimo tornare a vivere in Calabria, anche perché da quando vivo all’estero ho iniziato ad apprezzarne ogni minimo dettaglio che prima invece davo per scontato. Come molti prima di me hanno scritto, l’Inghilterra non è il “Paese dei Balocchi” che ci descrivono e vivere qui sapendo cosa si lascia a casa, non è per niente facile. Purtroppo non credo che al momento riuscirei a tornare a svolgere la mia professione in Calabria, dopo aver acquisito un certo metodo di lavoro abbastanza rigoroso, soprattutto quando ascolto le storie dei miei colleghi rimasti lì.
Tuttavia sono fiduciosa che in futuro la mia terra sarà pronta per riaccogliermi a braccia aperte. Al momento sto provando a far partire un progetto che coinvolge imprenditori inglesi nella rigenerazione dei centri storici calabresi. Ho presentato una proposta di progetto al mio capo, dato che abbiamo fatto qualcosa di simile con una città della Francia del Sud, e spero che tra qualche tempo riuscirò a metterlo in piedi, anche se non è facile data la cattiva reputazione che ci precede. Comunque io mi impegnerò affinché il nome della nostra terra possa essere riscattato, perché alla fine di tutto non siamo solo mafia, sole e mandolino.
Ai giovani calabresi dico
A quelli che restano dico che io vi ammiro tanto e che condivido la vostra frustrazione quando provate a cambiare le cose e c’è chi vi rema contro. A quelli che partono dico che vi comprendo a pieno e che condivido con voi la nostalgia della nostra amata terra, che nonostante tutto è bella così come è.
Sono sicura che un giorno torneremo dopo aver acquisito un bel bagaglio culturale e riusciremo a migliorare le cose. A tutti dico che le menti italiane sono tra le più brillanti al mondo e questo è grazie anche alle nostre università che ci danno una grande formazione. Perciò cerchiamo di sostenere l’istruzione pubblica in Italia nel migliore dei modi.
Vi scrivo qui informazioni utili per cercare lavoro come architetto in UK.
Grazie 🙂
Per contattare Alessia scrivi una email ad hubcalabria@gmail.com o contattaci su Messenger.
Se anche tu sei un/una giovane architetto e lavori in Calabria scrivici per un confronto con l’esperienza oltremanica di Alessia.
Leggi, commenta e condividi questa storia sui social 😉