Giuseppe Fiamingo, amore per le radici e passione per la scienza

GIUSEPPE FIAMINGO

Mi chiamo Giuseppe Fiamingo ed ho il privilegio di svolgere il lavoro che considero il più bello del mondo, quello di docente di matematica e fisica, cioè di quelle materie che, fin da bambino, hanno costituito la mia passione e la base della mia continua ricerca.

Sono cresciuto e vivo in una piccola località dell’entroterra Calabrese, Capo Vaticano, che si trova nel versante tirrenico dove spicca un bellissimo promontorio frastagliato da rocce e pittoresche baie, battezzato col nome di “Costa degli Dei”, dove scelse di vivere Giuseppe Berto e dove la Bellezza produce una mistica sensazione di appartenere ad una superiore Armonia.

Da circa quarant’anni, insieme alla mia famiglia gestisco un’attività di ristorazione estiva, cercando di mantenere le più antiche tradizioni calabresi, con piatti tipici e prodotti genuini della nostra terra.

Ed in questa mia seconda attività mi piace alternarmi come un neutrino (in fisica, il neutrino è una particella subatomica che oscillando si trasforma); giro per i tavoli come cameriere, aiuto in cucina la mamma chef e mi trattengo vicino al forno a legna, pronto ad infornare pizze dai mille colori e gusti. Un lavoro duro e difficile quello del ristoratore, che mi ha costretto a rinunce e sacrifici, ma allo stesso tempo mi ha regalato anche tante soddisfazioni ed insegnamenti, dandomi la possibilità di conoscere persone e culture diverse. Ecco: Uno e Tutto, Particolare ed Universale, Microcosmo e Macrocosmo; il molteplice è maestro, arricchisce, stimola, ci spinge a varcare le Colonne d’Ercole e ad accorgerci che la matrice è comune.

La scelta di studiare matematica all’Università è nata grazie alle ampie vedute di mio padre, che ha sempre creduto nelle mie capacità logiche e analitiche. Mi ha consigliato e lasciato libero di scegliere, perché è proprio questo che credo debba fare un genitore, così come un insegnante: far emergere le capacità di un ragazzo, e soprattutto dargli fiducia e spingerlo a seguire i sui sogni.

Inizialmente avevo un po’ di timore per questa scelta (provenivo da un Istituto Tecnico per Geometri), ma l’ho intrapresa come una sfida con me stesso, affrontando i miei studi con molta umiltà e applicazione, consapevole che in estate bisognava unire le forze per aiutare la famiglia, aggiungendo così allo studio anche un duro lavoro.

Ecco che, dopo molti sacrifici e notti insonni passate sui libri, ho completato gli studi nei tempi previsti e, subito dopo, la mia prima esperienza da docente al Nord, come supplente di matematica e fisica.

Affrontare nelle scuole tematiche scientifiche in assenza di apparati sperimentali diventava una missione quasi impossibile per un insegnante. Ecco che ho iniziato a chiedermi: come posso insegnare questi argomenti ai miei studenti? Cosa posso fare per declinare in modo coerente tali contenuti? Dove posso reperire queste competenze?

Quando l’impegno e la passione sono presenti anche le mete più lontane possono essere raggiunte. Ho scelto così, di fare “l’insegnante ricercatore”.

Mi iscrissi alla Mathesis, la società Italiana di scienze matematiche e fisiche, che si occupa della formazione e dell’aggiornamento degli insegnanti Italiani e collabora con le Università e i centri di ricerca. Sono stato relatore in vari congressi ed in sedi universitarie.

Oggi occupo il ruolo di Presidente della sez. della Mathesis di Serra San Bruno intitolata allo scienziato “M.Francaviglia”.

Così, ho avuto modo di coronare il sogno della mia vita: far parte del gruppo di docenti, provenienti da ogni regione d’Italia, selezionati a partecipare ad un prestigioso corso di formazione al Cern di Ginevra. Ho avuto così la possibilità di visitare tutti gli apparati sperimentali, di essere a stretto contatto con gli scienziati del Cern e di poter toccare con mano tutto quello che prima mi sembrava impossibile.

Al Cern, successivamente, sono stato selezionato per un secondo corso di formazione “academy”, dove ho potuto studiare la meccanica quantistica dell’universo e immergermi nei suoi segreti e ho anche frequentato un terzo corso di formazione “Experience”, dove sono stati creati veri e propri gruppi di lavoro e di ricerca, seguiti dai tutor del Cern, sviluppando con il loro aiuto sviluppiamo alcuni dati reali prodotti dagli apparati sperimentali. Con questo bellissimo gruppo, guidato dalla responsabile scientifica Antonella Del Rosso, oggi continuamente ci relazioniamo,  scambiamo informazioni e affrontiamo problematiche, partecipiamo ai seminari interloquendo con scienziati di chiara fama e premi Nobel. Insomma, facciamo rete tenendo unita la Scuola ltaliana.

Il Cern è il centro di ricerca delle alte energie più prestigioso e più avanzato al mondo. Il suo obiettivo è quello di studiare la materia attraverso le alte energie prodotte dagli acceleratori di particelle. Nell’anno 2012 il Cern annunciò al mondo la scoperta di una particella madre che per molti rappresentava il Sacro Graal della fisica: il bosone di Higgs, la “particella di Dio”. Grazie alla sua scoperta è stato possibile costruire una teoria chiamata “modello standard” che spiega com’è composta la materia e quali sono i suoi costituenti fondamentali. Il Cern è un laboratorio per il mondo, dove menti di tutte le nazionalità si incontrano e collaborano per un obiettivo comune: la Scienza. Un obiettivo che travalica confini e barriere, che unisce ogni essere umano in quanto appartenente al comune Universo.

Descrivere l’emozione che si prova quando si entra in quelle aule di Sapere è veramente difficile, come impossibile è descrivere la bellezza di quei luoghi in poche pagine. Mi sovviene l’affermazione di Fermat, che scrisse ai posteri: “dispongo di una meravigliosa dimostrazione di questo teorema, che non può essere contenuta nel margine troppo stretto della pagina”.

Queste meravigliose esperienze hanno fatto nascere in me la consapevolezza che quando entro in una classe e mi rivolgo agli studenti ho l’obbligo di trasmettere, oltre a qualche nozione, la percezione di cosa sia la ricerca e di quanto sia importante la curiosità: tutte le grandi scoperte sono nate da questa insaziabile sete di conoscenza. Cerco quindi di stimolare il più possibile la loro mente e spingerli a coltivare le loro passioni.

Mi definisco uno “Spirito Inquieto”, un cercatore attratto dal mistero e dagli enigmi del Cosmo. Ho frequentato prestigiosi centri di ricerca italiani, come l’Istituto di fisica nucleare (in particolare quello di Napoli per lo studio dei raggi cosmici); i prestigiosi corsi di formazione PID, presso i laboratori del Sud a Catania per studiare le tecniche della fisica-medica utilizzate per la cura tumore oculare; i laboratori del Gran Sasso ( i più grandi laboratori sotterranei al mondo ) per cercare di approfondire la conoscenza della materia oscura. Adesso mi sto dedicando alla stesura di un libro, cercando di raccogliere tutte le mie esperienze e di spiegare la fisica partendo dai miti.

Molti giovani, dopo la laurea, scelgono di andare all’estero per sviluppare la loro attività di studio e spesso non ritornano. Io ho scelto di restare nel mio paese, convinto che siamo noi stessi a decidere il nostro futuro. Ma per avere una visione completa della realtà bisogna conoscere il mondo e portare la cultura dentro casa nostra, e quindi aprirsi alle nuove esperienze ed essere sempre pronti e desiderosi di fare la valigia.

C’è da dire, purtroppo, che viviamo in un paese dove l’interesse politico per la scienza è scarso. Mancano le risorse e gli investimenti per la ricerca. Ma, volenti o nolenti, viviamo in una società dominata dalla tecnologia, figlia della scienza, e proprio per questo la comunicazione e la divulgazione scientifica su larga scala risultano fondamentali nel processo che conduce alla realizzazione pratica delle idee e della teoria.

“Tutto intorno a noi è numero; la matematica è il linguaggio attraverso il quale l’Universo si esprime, ed è nostro compito far conoscere a tutti l’armonia e la bellezza di questo linguaggio.”


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